lunedì 17 gennaio 2011

Romanzo Criminale Stagione 2

TRAMA



Si torna indietro nel tempo, al 1963, quando i cuccioli del Libano, del Freddo e del Bufalo s'incontrarono e strinsero la prima alleanza contro i prepotenti. Un flashback che risponde di riflesso al momento onirico del Libanese nel pilot della serie: un'immagine diabolicamente cinica a pensarci adesso, dopo la sua scomparsa. Non cambia lo scenario, ma la Magliana degli anni '80 s'incastra in un contesto nazionale e storico completamente diverso dal decennio precedente, avvolto da intrighi del potere e scacchi politici insanguinati che contribuiscono a rafforzare dall'interno le organizzazioni criminali. "Il Libano aveva preso una brutta piega", ci ricorda il Dandi, avvertendoci che il percorso della banda tornerà sui propri passi prima di andare avanti e guadagnarsi uno spazio ancora più in alto nella presa di Roma.

Dall'infanzia alla morte, gli amici presenti non sono cambiati, ma le loro espressioni scoprono un lato oscuro che gli eventi ci riveleranno con più chiarezza negli altri episodi. L'amicizia, che emerge prepotentemente dalla storia, è seriamente in pericolo e la sete di vendetta per l'assassinio impietoso del leader che stava sempre un passo più avanti degli altri rischia di minare quegli equilibri raggiunti faticosamente. Dubbi e sospetti, infatti, finiscono per insinuarsi tra i componenti dividendoli nella caccia spietata al killer, depistata anche dalle macchinazioni della polizia. "Il sangue si ripaga solo col sangue" e, mentre si tira un grilletto facile sui fratelli Gemito, che sono solo le esche più piccole, non c'è tempo né voglia per capire chi sarà il degno erede del "re".

Ma forse qualcuno, il più insospettato, l'ha già deciso.

Più violenta e più feroce, più pulp e più noir: la seconda stagione di Romanzo criminale - La serie mantiene le promesse che ci aveva fatto con gli ultimi episodi della scorsa serie e torna per legarci letteralmente ai nostri divani di casa. Un ritorno esplosivo e mozzafiato che, fin dalla premiere con le tinte e le atmosfere alla De Palma di Carlito's way, preannuncia il superamento tecnico e il perfezionamento narrativo della matrice originaria e impiega il tempo di un click a incidersi nella memoria collettiva nazionale e internazionale consegnandoci la serie di genere più bella della storia televisiva italiana. Non ci sono mezze misure né mezzi pesi stavolta: il primo episodio non lascia scampo ai giudizi fulminei positivi e con un equilibrio magistrale riesce a mantenere una continuità strepitosa con l'indimenticato finale emozionante, mentre fa largo ai protagonisti della nuova batteria romanesca, quella che non conta più sul Libanese.

Con abilità fenomenale Stefano Sollima porta in scena la seconda parte di uno spettacolare gangster movie a puntate: cast artistico e crew tecnica competono per capacità e qualità con i prodotti seriali e cinematografici di culto. La seconda stagione non solo si appresta a convalidare presso il grande pubblico il successo meritato dello show più amato di Sky Cinema, ma fa perfino di più e utilizza le sue "armi" migliori per immortalare una storia e dei personaggi che faremo fatica a dimenticare.

Lo stile visivo del sorprendente Sollima, una rivelazione con cui il cinema dovrà presto confrontarsi, e quello narrativo, che conta sul soggetto dello scrittore Giancarlo De Cataldo e su una sceneggiatura brillante, s'incrociano con le interpretazioni eccezionali di attori giovani e talentuosi - Vinicio Marchioni, Alessandro Roja, Andrea Sartoretti, Daniela Virgilio, Marco Bocci, Alessandra Mastronardi e Francesco Montanari - che hanno permesso il recupero di un processo d'identificazione tra attori e personaggi che ricorda momenti epocali della storica serialità.

Nella shakespeariana lotta tra bene e male che li vede protagonisti, anche nel corso di impressionanti evoluzioni, tra illegalità e regole, tra amore e istinti animali, Romanzo criminale 2 - La serie conquista orgogliosamente il prime time su un canale cinematografico, in attesa di riconquistare i cuori degli spettatori che hanno saputo attenderlo.


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